Riflessioni di Maura Luperto Presidente COEMM INT’L
Mettiamici in una posizione comoda, respiriamo profondamente, chiudiamo gli occhi e rilassiamoci. Pronunciamo il nostro nome, lentamente. Ripetiamolo sempre più lentamente, sempre più lentamente.
Ora, immaginiamo una situazione che ci provoca rabbia, per non riuscire ad imporci come vorremmo, per aver fallito, per esserci cascati di nuovo. Lasciamo che la rabbia si espanda dentro di noi e poi pronunciamo il nostro nome con rabbia, convogliamo tutta la rabbia sul nostro nome.
Immaginiamo poi che la rabbia si diradi e facciamo affiorare un’immagine di dolcezza, una carezza, un bacio, un posto che amiamo. La dolcezza si diffonde come un profumo dentro di noi, un’essenza che si fonde col nostro nome. Pronunciamo lentamente il nostro nome con dolcezza.
Ripetiamo dolcemente il nostro nome, fino a che non abbiamo la sensazione che di smaterializzi, immaginiamo che perda consistenza. Diventa un suono, un suono sottile che ci entra dentro. Lo percepiamo in un lato della mente, poi nell’altro, poi nel petto, poi nella pancia. Il nostro nome diventa una vibrazione che sentiamo risuonare dentro di noi, nella pancia. Non è più un nome, non abbiamo più un nome…..poi la vibrazione si affievolisce fino a trasformarsi in una profonda pace.
Riapriamo gli occhi mantenendo lo stato di benessere. Godiamoci per qualche istante la sensazione di essere nessuno. Liberi, senza condizionamenti, senza storia………… nessuno.
Maura Luperto 28 novembre 2018
Ora, immaginiamo una situazione che ci provoca rabbia, per non riuscire ad imporci come vorremmo, per aver fallito, per esserci cascati di nuovo. Lasciamo che la rabbia si espanda dentro di noi e poi pronunciamo il nostro nome con rabbia, convogliamo tutta la rabbia sul nostro nome.
Immaginiamo poi che la rabbia si diradi e facciamo affiorare un’immagine di dolcezza, una carezza, un bacio, un posto che amiamo. La dolcezza si diffonde come un profumo dentro di noi, un’essenza che si fonde col nostro nome. Pronunciamo lentamente il nostro nome con dolcezza.
Ripetiamo dolcemente il nostro nome, fino a che non abbiamo la sensazione che di smaterializzi, immaginiamo che perda consistenza. Diventa un suono, un suono sottile che ci entra dentro. Lo percepiamo in un lato della mente, poi nell’altro, poi nel petto, poi nella pancia. Il nostro nome diventa una vibrazione che sentiamo risuonare dentro di noi, nella pancia. Non è più un nome, non abbiamo più un nome…..poi la vibrazione si affievolisce fino a trasformarsi in una profonda pace.
Riapriamo gli occhi mantenendo lo stato di benessere. Godiamoci per qualche istante la sensazione di essere nessuno. Liberi, senza condizionamenti, senza storia………… nessuno.
Maura Luperto 28 novembre 2018