Riflessioni di Maura Luperto Presidente COEMM INT’L

La Malattia di Alzheimer è un disturbo che provoca la distruzione delle sinapsi e la deposizione al loro posto di una proteina (amiloide) tra le cellule nervose superstiti. Questo avviene alle cellule che si trovano nelle aree del cervello deputate al comportamento, alterando le funzioni dell’Io. Compaiono per primi i sintomi a carico della memoria, poi viene interessato il linguaggio ed infine la percezione.
Che simbologia ha questo disturbo?
Si può accostare questa malattia al rifiuto dell’Io di dimenticare, di sgombrare il campo dai ricordi, e quando ciò avviene, il corpo si fa carico di questo bisogno prima a livello mentale, attraverso i vuoti di memoria, (che sono un avvertimento) e poi se lo stile di vita non cambia, compaiono i buchi nella rete nervosa provocati dal morbo.
Il fatto che l’Alzheimer colpisce gli anziani racconta di un desiderio di dimenticare il profondo senso di vuoto e di inutilità che oggi affligge la terza età. La tradizione ha sempre visto l’anziano come il saggio, il maestro da ascoltare con attenzione; come un forziere che conteneva il tesoro dell’esperienza. Oggi, appena si diventa di peso, non si conta più nulla. Allora il vaso trabocca quando si è vissuta una vita in cui le esperienze da “dimenticare” superano quelle da ricordare, ecco che il desiderio di oblio cancella tutti i ricordi: al principio quelli più recenti (legati all’inutilità della vita da vecchio) poi via via quelli sempre più remoti, sino a ritrovarsi in uno stato molto simile a quello un bambino piccolo, incapace di prendersi cura di se stesso.
Maura Luperto 29 gennaio 2019