Riflessioni della Presidente COEMM INT’L Maura Luperto

Freud diceva che l’interpretazione dei sogni è la via regia per la conoscenza dell’inconscio, il fondamento più sicuro della psicanalisi e il campo in cui ogni praticante deve maturare il proprio convincimento e perseguire il proprio perfezionamento.
La tradizione ebraica sostiene che la nostra mente, nel sonno, è privata della sua parte più nobile: l’anima che lascia il corpo per andare a rigenerarsi nei mondi superiori.
Le antiche tradizioni parlano di sogni profetici, i sogni mitologici, i sogni iniziatici, viaggi immaginari, carichi di efficacia magica, destinati a introdurre il sognatore in un altro mondo.
In chiave simbolica i sogni possono essere paragonati alle scorie del sonno, ovvero immagini che hanno resistito all’opera di smaltimento notturna. In quest’ottica il sogno si può paragonare a una digestione pesante. Infatti quando mangiamo troppo, i cibi sostano più a lungo nello stomaco prima di essere digeriti, allo stesso modo, se siamo sovraccarichi di esperienze, può capitare che il sonno si alleggerisca di alcune immagini in eccesso, usando il mondo onirico come valvola di sfogo.
Infatti non a caso i due fenomeni cioè la digestione pesante e una produzione massiccia di sogni possano avvenire in contemporanea. Quindi se il sonno serve a smaterializzare la mente, i sogni, sono da considerarsi come le ultime briciole da consumare prima dell’azzeramento finale. Da questo si scostano i sogni profetici o premonitori, molto rari e i sogni dell’alba, il primo frutto materializzato della polverina magica che il sonno semina nella mente.
Maura Luperto 9 agosto 2018