Riflessioni di Maura Luperto Presidente COEMM INT’L

Nell’antico Egitto la dea Nut rappresentava la volta celeste e veniva raffigurata come una donna nuda carponi sul suolo. Nut era in grado di rimanere sollevata in alto grazie all’intervento di Su, Dio dello spazio e dell’atmosfera. Sotto il ventre celeste e il corpo stellato di Nut si trovava Geb- figura divina maschile che personificava la terra- disteso su un fianco.
Râ, il Sole, percorreva quindi i corpi di Nut, infatti la dea aveva due corpi, uno di giorno e uno di notte. Nut era sdoppiata, i suoi due corpi si trovavano schiena contro schiena.
Sotto il cielo diurno del corpo di Nut vi erano le personificazioni delle stelle (barche che segnavano il percorso di Râ) sotto l’altro corpo si trovavano gli stessi simbolo che rappresentavano però il cielo notturno.
Questo dimostra che gli antichi Egizi avevano capito i principi del cielo diurno e notturno, del movimento del Sole attorno alla Terra.
Ancora non la chiamavano Terra, ma la consideravano come una divinità maschile (Geb), mentre il Cielo (Nut) aveva, un carattere femminile.
Avevano anche la consapevolezza che, all’altro capo del mondo, gli uomini vivevano a testa in giù. Nut veniva rappresentata con un corpo smisurato per evidenziare l’immensità della volta celeste e del lungo percorso che Râ, il Sole faceva all’interno del suo corpo.
Maura Luperto 11 marzo 2019