Riflessioni della Presidente COEMM INT’L Maura Luperto

L’ansia di uscire da una “prigione”. Può essere un paese troppo piccolo, una casa che sembra soffocare tra le pareti ogni slancio vitale, una situazione famigliare opprimente. Questa condizione comune a molti è il “panico”. Un terrore generalizzato di affrontare a qualsiasi situazione quotidiana, anche la più banale. Che senso ha questa difficoltà? Questa sofferenza? È come se qualcosa si rifiutasse di ammettere di avere un’identità certa. Il panico è proprio questo: una reazione estrema a una vita compressa, un muro invalicabile e apparentemente privo di appigli. Ma come sempre la chiave per aprire la serratura di quella prigione risiede dentro di noi. È quell’energia violenta che spinge per uscire e che trova come unica modalità di espressione l’attacco di panico. Il sentiero da percorrere per affrontarlo porta alla ricerca dell’energia vitale, per poterla incontrare ed impiegarla in modo più produttivo . Non si deve scacciare il panico a tutti i costi, ma iniziare a dare meno spazio ai giudizi della mente.
Maura Luperto 31 luglio 2018